20 aprile 2011

Beata me che lavoro a casa. Gli animali sono ammessi

Il gatto. Impossibile sentire il suo passo leggero che si avvicina. Salta sulla scrivania e perdo 10 anni di vita per lo spavento. Lui iniza a "danzare" con piccoli passetti davanti a me,  strusciandosi felice sulla mia faccia. Avrei parecchi motivi per mandarlo via: l'invecchiamento precoce per lo spavento, le zampette bagnate o sporche sul disegno, la scia di peli che lascia, l'interruzione dal lavoro..parecchi. Eppure non lo mando via. Un gatto, durante la sua giornata, dorme, per lo più, si fa le unghie sui tappeti, mangia e...trova il tempo per venirmi a salutare, mandarlo via sarebbe un reato. Si struscia e fa le fusa, lo accarezzo. Cerca di bere l'acqua dei pennelli, lo allontano. Gioca con la matita e la fa cadere, la raccolgo. Si ferma e si mette seduto, indovinate dove? Immagino che tutti sappiate la risposta: esattamente dove stavo disegnando. Se fossi stata al computer, si sarebbe seduto sulla tastiera. E così il gatto, facendo finta di niente, si assopisce, non curante di ostacolare il mio lavoro.
Continua.. .

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